giovedì 10 febbraio 2011

Pedro Diniz, quando anche i ricchi piangono

Innanzitutto ricordiamo cos'è il fenomeno dei "piloti con la valigia": in Formula Uno da tanti anni ormai entri in due modi, o sei un talento incredibile o sei un "pilota con la valigia", quindi hai molti "baiocchi". Pedro Diniz era uno di quelli con i "baiocchi", e ne aveva tanti, ma tanti. E' figlio di uno dei più grandi imprenditori del Brasile, tale Abilio dos Santos Diniz, che pur di veder felice il suo bambino lo inizia alle corse. Ma si capisce da subito che il piccolo Pedro non è portato per le 4 ruote. La sua gavetta nelle serie minori è disastrosa, mai risultati concreti e piazzamenti ridicoli, che lo relegano negli ultimi posti nelle graduatorie. Ma a lui, cosa gliene poteva fregare, se tanto aveva decine di sponsor che lo sostenevano? Infatti non manca l'occasione di fare il salto di "qualità" e passare in Formula Uno, alla Forti grazie anche al suo sponsor di maggior rilievo: la Parmalat. Nella stagione di debutto, nel 1995, viene affiancato dal connazionale Roberto Moreno. La stagione, da quello che ci si poteva aspettare, è orribile sia per la macchina che era una cosa terribile, sia per il talento del giovane brasiliano. Ma anno nuovo, team nuovo. Passa così alla Ligier, con sponsor e Parmalat al seguito, insieme a Olivier Panis, che registrerà la sua miglior stagione con una vittoria a Monaco, e anche per Diniz le cose migliorano: ottiene la bellezza di due punti in stagione. Passa poi per due anni alla Arrows, sempre con gli sponsor dietro, prima affiancato dal Campione del Mondo Damon Hill e successivamente da Mika Salo. In questi due anni raccoglie 5 punti, con addirittura un 5° posto nel 1998 in Belgio (ma arrivarono in 8 al traguardo), molti ritiri e riservandosi quasi sempre il fondo della griglia. Porta poi baracche e burattini in casa Sauber, sperando in un salto di qualità. Peccato che l'unico salto vero e proprio gli fece quasi  rischiare la vita al Nurburgring nel 1999, dove venne urtato e la macchina iniziò a ribaltarsi., distruggendosi. Dopo due anni deludenti, appende il casco al chiodo e decide di entrare in società con Alain Prost, nella sua scuderia omonima, con i soldi degli sponsor. Peccato che la macchina è un obrobrio e solo il veterano Alesi riesce a racimulare qualche punto, mentre alla seconda guida si alternano Mazzacane, Burti e Enge, anche se la Prost quello stesso anno fallì. Dopo la F1 Diniz creò ed organizzò per qualche anno una Formula Renault nel suo paese, e dopo questa esperienza si è dato all'imprenditoria, che forse è il campo che più gli compete.

Statistiche: 
Scuderia e anno: Forti Corse (1995) - Ligier (1996) - Arrows (1997-98) - Sauber (1999-00)
Gran Premi corsi: 99, di cui 98 partenze
Vittorie: 0 (Miglior risultato 5° posto Lussemburgo 1997 e Belgio 1998)
Pole Position: 0
Giri più veloci: 0

Yuji Ide, il terrore è su quattro ruote


Giapponese, nato a Saitama nel 1975, inizia la carriera come tutti dalle serie minori, ma a differenza degli altri piloti di Formula Uno, che nelle serie cadette si distinguono per vittorie o per meriti, il nostro Yuji fa fatica ad ottenere risultati, concludendo quasi sempre in posizioni discrete nelle serie giapponesi.
Nel 2006 Aguri Suzuki, anche egli un pilota di F1 di non gran talento, decide di fondare la sua scuderia, la Super Aguri, ed ingaggia come piloti per la stagione il buon Takuma Sato, reduce da buoni risultati con la BAR, e non riuscendo a scovare altri grandi talenti per la sua scuderia "All Japan", decide di chiamare Yuji Ide...Mai scelta fu più sbagliata! Subito alla prima gara in Bahrain, si notò subito il potenziale del "giovane" giapponese: infatti egli non riusciva a trovare sintonia con la monoposto non riuscendo ad inserire correttamente le marce, producendo sempre quel classico suono di marcia non ingranata. Inoltre riesce a classificarsi ultimo con ben 3 secondi di distacco da Sato, che era penultimo, ritirandosi poi in gara. Si continua sulla falsa riga del Bahrain (ricordando un incredibile 13° posto in Australia) fino al Gran Premio di San Marino, a Imola. Al primo giro Ide, ovviamente ultimo, riesce, in un modo che non sa neanche lui, a far decollare la macchina di Albers della Midland facendola capottare un bel po' di volte, distruggendogli la vettura. Ma la cosa sensazionale è che Ide non riportò danni e continuò la corsa (anche se poi si ritirò), se così si può considerare tale. Ma tutto ciò per la FIA era troppo: infatti dopo solo 4 gare nella massima Formula, l'Organizzazione decise di togliere, primo caso nella storia della Formula Uno, la superlicenza a Ide, per la sua guida scarsa e pericolosa per gli altri piloti. E fu così che il nostro "eroe" se ne ritornò in patria dove tornò a correre nelle serie minori, con risultati ancora più mediocri, per la gioia nostra e dei piloti (Albers fra tutti).

Statistiche:
Scuderia e anno: Super Aguri (2006)
Gran Premi corsi: 4
Vittorie: 0 (Miglior risultato 13° posto Australia 2006)
Pole Position: 0
Giri più veloci: 0